Il memoriale della pandemia
La memoria infinita. Nella periferia di Bergamo c’è un bosco di betulle bianchissime, una specie himalayana, una per ogni morto nei tristi giorni della pandemia. Al centro di questo bosco, grazie ad una donazione della Fondazione Sacchetti, che già molto ha fatto per il patrimonio artistico italiano, è stata posta una grande opera in marmo di Giuseppe Penone: un’artista che ha grande dimestichezza con la natura. Un blocco di marmo di Carrara, alto quasi tre metri, scavato seguendo le vene della pietra simbolo di una memoria che non s’interrompe. L’opera si chiama Indistinti Confini, nel bianco abbagliante del marmo, le vene sembrano viticci che legano il presente alle vite che non ci sono più. Una sintesi ideale tra commemorazione e rinascita.

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