Il museo di Jago
L’amministrazione di Napoli ha appena presentato un ambizioso e diffuso programma di arte pubblica e mostre che nei prossimi mesi porterà i linguaggi contemporanei a beneficio del capoluogo partenopeo, per una valorizzazione del sistema turistico, ma ancor prima con l’intento di rigenerare la città, a vantaggio di chi la vive ogni giorno. Più imminente, però, è il debutto di un’iniziativa che per certo regalerà a Napoli una nuova meta di “pellegrinaggio” artistico.
A presentarla è Jago, al secolo Jacopo Cardillo, scultore del marmo e grande comunicatore di se stesso e della sua arte. Forte di una formazione da autodidatta, l’artista è stato recentemente protagonista di mostre di grande successo, dalla prima personale organizzata a Roma, alla collettiva di Bologna: Jago, Banksy, TvBoy. A Napoli ha scelto di insediare il suo studio, nella chiesa barocca di Sant’Aspreno ai Crociferi (intitolata al primo vescovo di Napoli), all’ingresso del Borgo dei Vergini, nel rione Sanità. Perché, dice “Nel quartiere c’è il futuro, c’è terreno fertile e creatività. Ho scoperto persone che si danno da fare; sono scultori dell’umanità”.

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