La casa rossa di Alberobello
La memoria e la speranza. Una grande casa nella campagna pugliese (la Masseria Gigante dal nome del fondatore, Francesco Gigante) costruita nel 1896 per essere una scuola agraria per formare esperti e laboriosi agricoltori che negli anni terribili del fascismo e della guerra è diventata campo di concentramento. Un luogo d’internamento, un crocevia di tante e tristi storie di quei tempi. I primi internati furono indiani di passaporto inglese, poi fu la volta di prostitute, persone senza fissa dimora e infine degli ebrei. Nel grande edificio c’è anche una cappella decorata e dipinta con pochi mezzi, nel 1948, da un dotato profugo lituano, Victor Tschernon. Oggi è un luogo abbandonato e fortemente degradato. Un gruppo d’imprenditori locali sta cercando, con una fondazione, la strada per dare a questo luogo pieno di fascino e memoria un destino degno, ma occorre che creatività e risorse pubbliche vengano coordinate in un progetto che ancora non esiste.

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